Chitarra: Meccaniche Standard ed Autobloccanti

Dalla costruzione delle prime chitarre le componenti meccaniche e quelle elettriche dello strumento si sono sempre evolute negli anni proponendo degli upgrade per facilitarne e/o migliorarne l’usabilità e l’esperienza.
Oggi parleremo delle meccaniche o chiavi di accordatura. Il loro compito è quello di tendere o allentare la corda, in modo che essa possa raggiungere la tensione giusta corrispondente alla nota prestabilita.
L’elemento sul quale sono fissate le meccaniche è detta Paletta. Il movimento orario o antiorario, tende o allenta rispettivamente la corda.
Esse hanno sempre avuto una formula standard fino alla progettazione di un modello autobloccante.

Il modello standard all’inizio funzionava bene, montato su chitarre come Gibson o Fender.
Col passare dei decenni il playing sullo strumento si è evoluto ed ha acquisito un sacco di sfumature differenti.
Negli anni ’80 ad esempio, con la creazione del Floyd Rose, un ponte mobile che permette un apertura di due o tre toni, le meccaniche standard non hanno più potuto offrire il servizio di accordatura promesso ed ecco che sono nati dei capotasti con le brugole per non stressare le meccaniche con la tensione causata dalla leva e dal floyd.
Negli anni ’90 i chitarristi elettrici, soprattutto nell’ambito Rock e Metal si sono spinti su sonorità sempre più cupe che necessitavano di accordature sempre piu gravi. Oltre a questo elemento le chitarre hanno incominciato ad essere dotate di un ponte tremolo che, pur non avendo l’estensione del floyd rose, contribuiva a stressare le meccaniche standard. L’accordatura ha incominciato a diventare un problema tangibile nel playing di ogni chitarrista.

Proprio per questi motivi alcuni marchi come la Sperzel hanno introdotto nel mercato le autobloccanti.
Questo particolare modello è diverso da quello standard grazie ad una rondella sul retro di ogni meccanica, che permette di fissare la meccanica bloccando la corda ed evitando così scordature dovute dall’assestamento delle corde che scivolano all’interno delle asole o intorno all’alberello.
La rondella permette di bloccare le corde senza che queste vengano avvolte intorno alla meccanica, evitando così la necessità della corda di stabilizzarsi esaurendo le tensioni che si accumulano con l’attrito delle spire sullo stesso alberello.
L’uso delle autobloccanti all’inizio era consigliato, insieme a delle scalature di corde grosse, più appunto per quelle chitarre dalle sonorità moderne con accordature molto basse come il Drop C o combinazioni simili; successivamente anche molti chitarristi che hanno incominciato ad usare la leva del tremolo sulla loro Fender, hanno adottato questo cambio di hardware.
Ai giorni nostri ormai le autobloccanti sono diventate quasi lo standard anche in molti chitarristi con un playing “classico”, non è raro infatti vedere Stratocaster, Telecaster o Gibson con questi modelli che non sono montati di serie ma aggiunti successivamente.
È un dato oggettivo che le autobloccanti abbiano innovato l’usabilità dello strumento ed offerto un servizio di accordatura migliore.
Dall’altro lato esistono ancora collezionisti che, acquistando chitarre Vintage, scelgono di tenere le meccaniche standard, non tanto per una questione di usabilità ma per una di valore economico.
Ovviamente uno strumento vintage ha un certo valore commerciale se tutte le sue componenti restano integre.

[Chitarra: Meccaniche Standard ed Autobloccanti – Articolo di Marco Mariani]